La prevenzione è fondamentale per ridurre l’incidenza delle malattie e migliorare il benessere di ognuno di noi, a prescindere dall’età. Per questo AREA ATTIVA ha studiato delle iniziative innovative, basate su un approccio proattivo alla salute, che stimola le persone a prendersi cura del proprio benessere prima che si manifestino le patologie.
Molte sono le malattie che possono alterare il nostro equilibrio, per questo AREA ATTIVA ha studiato dei PERCORSI AD ALTA SPECIALIZZAZIONE, che vanno ad intervenire in anticipo sui principali fattori di rischio. I nostri percorsi sono concepiti per piccoli gruppi di persone, coordinati da un personal trainer che accompagna ogni singolo partecipante in un percorso verso il benessere personale, che ha il valore aggiunto di essere condiviso con altre persone.
Ogni persona prima di iniziare viene sottoposta ad una accurata valutazione anamnestica utile per consentire il corretto inquadramento clinico.
L’ipertensione arteriosa è considerata un rilevante problema di salute pubblica in quanto ad un aumento dei valori della pressione sanguigna corrisponde un aumento lineare del rischio di infarto miocardico, dell’ictus e dell’insufficienza cardiaca
Le organizzazioni scientifiche sono impegnate nel promuovere il controllo ed il miglioramento dello stile di vita che si basa su due pilastri fondamentali: una dieta equilibrata e l’attività fisica costante. I programmi di allenamento aerobico tradizionali, della durata di 40 minuti eseguiti almeno 3 volte/settimana ad intensità medio-alta e ripetuti nel tempo, sembrano avere effetti riproducibili sulla riduzione della pressione arteriosa e sul miglioramento delle condizioni cliniche generali. L’individuazione dei principali errori alimentari e il loro contenimento consentono un ritorno al peso forma e quindi alla normalizzazione dei valori pressori arteriosi.
A chi è rivolto
Soggetti con diagnosi di ipertensione arteriosa
Le patologie cardiovascolari (coronaropatie, infarto miocardico, ictus) rappresentano una importante causa di mortalità della popolazione. Quando non mortali possono essere causa di significative conseguenze di disabilità funzionali. Gli studi clinici confermano l’efficacia dell’attività fisica e del fitness cardiocircolatorio nella protezione verso le malattie cardiovascolari (per entrambi i sessi).
Recenti studi attestano l’esistenza di una forte correlazione inversa tra qualità di attività fisica abitualmente praticata e la morbilità e mortalità da patologie cardiovascolari. La sedentarietà in tutto ciò rappresenta un serio e indipendente fattore di rischio. È stato calcolato che le persone che praticano un’attività fisica moderata hanno un rischio del 20% in meno degli individui meno attivi, mentre quelli che praticano un’attività fisica a maggiore intensità arrivano al 30% di riduzione del rischio.
E’ fondamentale che i clinici prescrivano ai propri pazienti l’attività fisica con dei programmi di esercizio strutturati, efficaci e sicuri, oltre a consigliare un percorso alimentare educativo.
Un problema comune nella società moderna è l’eccesso di peso. Questo si riflette sia sulla vita quotidiana del paziente, compromettendo la sua salute, sia sui costi socio-sanitari. Il sovrappeso e l’obesità sono collegati all’incremento del rischio di patologie quali: ipertensione, dislipidemia, diabete di tipo 2, infarto cardiaco, ictus cerebri, osteoartriti, patologie tumorali e, di conseguenza, l’aumentato rischio di mortalità. Il ruolo dell’attività e dell’esercizio fisico nel bilancio energetico è fondamentale perché capace di contrastare gli effetti negativi di un eccessivo introito calorico.
Le evidenze scientifiche sostengono l’efficacia di un’attività fisica ad intensità moderata della durata di 150-250 minuti la settimana nel controllo dell’aumento di peso corporeo, oltre che il seguire una corretta alimentazione capace di coprire i fabbisogni personali con un apporto calorico adeguato.
Quindi per quanto riguarda l’attività fisica “più è meglio è”.
L’osteoartrosi è una delle malattie croniche articolari più comuni. E’stimato come ogni persona oltre i 60 anni ne sia colpita, almeno in un’articolazione. Il paziente lamenta una sintomatologia dolorosa associata ad una sensazione di rigidità articolare, più o meno severa, con episodi di gonfiore articolare. La malattia è di tipo evolutivo ed è tale da aggravare le condizioni fisiche anche nella fase del riposo. Per tale motivo l’attività fisica viene spesso ridotta, causando un progressivo degrado della forma fisica e della tonicità muscolare. L’osteoartrosi si lega all’età, al sovrappeso e ad una funzione muscolare deficitaria. La prevenzione prevede un’adeguata attività fisica atta a garantire il buon stato articolare, ottenibile mediante esercizi specifici mirati al potenziamento dell’apparato muscolare. La combinazione di esercizi aerobici e di forza hanno dimostrato reali benefici. E’ consigliato fare attività fisica a basso impatto per almeno 150 minuti alla settimana (3-5 volte/settimana per sessioni da 30-60 minuti). Una dieta mirata a coprire i fabbisogni minimi apportando la giusta quantità di composti antinfiammatori e riducendo gli alimenti proinfiammatori, può essere un valido aiuto nel rallentare la progressione della patologia.
L’incidenza del diabete mellito, in particolare di tipo 2, ha un sensibile trend di crescita nel mondo. Le conseguenze drammatiche di questa patologia si riflettono sia sulla vita del paziente che sui costi sociali. L’incremento della morbilità e mortalità dovute alle malattie cardiovascolari è legato anche all’iperglicemia cronica, così come le patologie microvascolari. Le condizioni patologiche quali l’obesità, la dislipidemia, l’ipertensione arteriosa, spesso correlate tra loro, sono associabili ai disturbi del metabolismo del glucosio (sindrome metabolica).
E’importante considerare programmi improntati al cambiamento dello stile di vita che comprendano oltre ad una corretta dieta alimentare l’esercizio fisico quotidiano. Gli studi confermano l’efficacia nel praticare almeno 150 minuti alla settimana di attività fisica ad intensità moderata. Le evidenze scientifiche confermano che “maggior attività fisica, migliori risultati clinici”.
L’osteoporosi è una condizione patologica che causa la riduzione della densità minerale ossea a cui può conseguire un aumento del rischio di fratture, in entrambi i sessi. La perdita di massa ossea è un processo naturale che è possibile rallentare adottando uno stile di vita appropriato grazie all’attività fisica regolare e all’assunzione di vitamina D. Tra i fattori implicati nella progressione della malattia c’è la riduzione dell’attività fisica quotidiana.
I benefici dell’attività fisica si riflettono sia sul metabolismo osseo e quindi sulla densità minerale ossea (BMD) che sulla riduzione del rischio di caduta, elementi riscontrati sia nelle donne in pre e post-menopausa, che nell’uomo adulto. E’descritto che i soggetti adulti dovrebbero praticare attività aerobiche e di forza regolari (minimo 3 volte/settimana), ad una intensità da moderata a sostenuta per prevenire una perdita eccessiva di massa ossea. Programmi di esercizio basati sull’allenamento aerobico e sulla forza sono in grado di contrastare i rischi dell’osteoporosi.
I problemi che interessano la sfera psichica sono responsabili di un deterioramento della qualità della vita e rappresentano un costo significativo per la sanità pubblica. E’ stimato che più del 5% della popolazione soffre di disturbi d’ansia e sindromi depressive di diversa gravità e con tendenza alla cronicizzazione. Alcuni soggetti depressi si sentono tristi ed insoddisfatti mentre altri hanno difficoltà a provare sensazioni positive; un sintomo chiave di questi disturbi è l’affaticamento. Gli studi clinici supportano l’importanza nello svolgimento di attività fisica da moderata a sostenuta perché migliora il benessere mentale e riduce i sintomi della depressione.
Studi di popolazione forniscono evidenze sostanziali nel considerare l’attività fisica regolare protettiva rispetto allo sviluppo dei sintomi del disturbo depressivo. La partecipazione ad una regolare attività fisica da moderata a sostenuta si associa ad un miglioramento del benessere mentale ed a una riduzione dei sintomi dei vari disturbi di natura depressiva.
La riabilitazione cardiologica offre alle persone con problemi di cuore programmi diretti ad ottenere una guarigione più rapida e, quando possibile, ad invertire la progressione della malattia cardiovascolare, riducendo così il rischio di nuovi eventi cardiaci e di morte. Consente inoltre di migliorare la propria capacità fisica, il proprio equilibrio psicologico ed affettivo, la percezione della propria qualità di vita e di dare un senso di benessere e di ottimismo nell’affrontare il proprio futuro.
Un programma di riabilitazione cardiaca è utile ai pazienti affetti da angina pectoris stabile, ai pazienti con esiti di attacco di cuore (infarto), ai pazienti sottoposti a by-pass aorto-coronarico (CABG) o ad angioplastica coronarica (PTCA), ed ai soggetti che presentano una claudicatio riferibile ad una malattia arteriosa periferica
È indicato infine anche in soggetti che, pur non avendo ancora sviluppato una malattia di cuore vera e propria, presentano un profilo di rischio di eventi cardiovascolari molto elevato. Il programma di riabilitazione cardiologica di Area Attiva si ispira al modello EuroAction della European Society of Cardiology.
Si tratta di un programma multidisciplinare di cura per pazienti con disfunzioni respiratorie acute e croniche. Questo tipo di attività riabilitativa non è solo finalizzata alla sola rieducazione dell’apparato respiratorio (inteso come distretto polmonare e muscolatura ad esso collegato) bensì prevede un vero e proprio percorso terapeutico basato sull’esecuzione di regolare esercizio fisico. Ha lo scopo di modificare l’impatto che la malattia produce sulla qualità di vita del paziente, riducendone la gravità dei sintomi e migliorandone la capacità di aderire alle attività della vita quotidiana. L’incremento della difficoltà respiratoria (dispnea) porta all’inattività e anche al decadimento dei muscoli periferici. Questa diventa una spirale negativa che si rinforza con un conseguente isolamento sociale, ansia e depressione.
Il paziente sviluppa quindi disabilità, perdita dell’autonomia, limitazione nelle attività quotidiane, riducendo talvolta drammaticamente la propria qualità di vita. Questa tipologia di pazienti necessita del supporto di molteplici figure qualificate: medici specialisti, personale infermieristico, fisioterapisti, psicologi, nutrizionisti.
A chi è rivolto
La riabilitazione pneumologica è indicata per pazienti affetti da bronchite cronica, enfisema, bronchiectasie, asma bronchiale, fibrosi polmonare, oltre che per soggetti con disturbi respiratori del sonno e insufficienza respiratoria di qualsiasi origine. È inoltre utile per pazienti in attesa di interventi chirurgici, soprattutto al torace, o reduci da interventi chirurgici in genere. Lo scopo di questa terapia è quello di ridurre o quantomeno limitare la compromissione patologica, incrementare la performance fisica e mentale dei pazienti e favorirne il reinserimento sociale.
La riabilitazione cardiologica offre alle persone con problemi di cuore programmi diretti ad ottenere una guarigione più rapida e, quando possibile, ad invertire la progressione della malattia cardiovascolare, riducendo così il rischio di nuovi eventi cardiaci e di morte. Consente inoltre di migliorare la propria capacità fisica, il proprio equilibrio psicologico ed affettivo, la percezione della propria qualità di vita e di dare un senso di benessere e di ottimismo nell’affrontare il proprio futuro.
Un programma di riabilitazione cardiaca è utile ai pazienti affetti da angina pectoris stabile, ai pazienti con esiti di attacco di cuore (infarto), ai pazienti sottoposti a by-pass aorto-coronarico (CABG) o ad angioplastica coronarica (PTCA), ed ai soggetti che presentano una claudicatio riferibile ad una malattia arteriosa periferica
È indicato infine anche in soggetti che, pur non avendo ancora sviluppato una malattia di cuore vera e propria, presentano un profilo di rischio di eventi cardiovascolari molto elevato. Il programma di riabilitazione cardiologica di Area Attiva si ispira al modello EuroAction della European Society of Cardiology.
Direttore Sanitario
Dott. Alberto Marangon
Struttura Sanitaria autorizzata dal Comune di Cornedo Vicentino con prot. N. 7966 del 22 Maggio 2020 secondo L.R. n. 22/2002
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