Può essere acuto o transitorio, cronico o persistente, conseguenza di una lesione o di un trauma, ma anche “sentinella” di una malattia o semplice campanello d’allarme che vuole avvertirci di un pericolo. Lui è il dolore e quelle appena descritte sono solo alcune delle forme attraverso le quali si manifesta.
Sarà capitato a tutti di provare questa sgradevole sensazione. Un’esperienza del tutto soggettiva, non sempre facile da riportare con puntualità neppure al medico. Lo sa bene il dott. Diego Vitello, medico chirurgo e algologo (l’elenco potrebbe continuare, tante sono le specializzazioni a curriculum) che conosce il dolore in tutti i suoi meccanismi. Un vero esperto nel suo campo che oggi entra a far parte dello staff di AREA ATTIVA andando ad arricchire i servizi offerti. Apre infatti, sotto la sua guida, l’ambulatorio di terapia del dolore.¹
Che cos’è il dolore
“Lo IASP (Istituto internazionale per la gestione del dolore cronico, ndr) spiega il dolore come una spiacevole esperienza sensoriale ed emozionale associata a un danno reale o potenziale. La definizione va oltre il concetto di percezione, comprendendo anche l’elaborazione che ciascuno fa del dolore, la quale varia per intensità e durata”, osserva il dott. Vitello.
Il dolore è il risultato di un complesso sistema di interazioni. Alla base vi è uno stimolo che, sopra una determinata soglia, attiva dei recettori nervosi noti come nocicettori. Questi ultimi inviano il segnale al cervello che lo elabora amplificandone o riducendone la portata.
Il tutto è influenzato dal contesto in cui la persona sviluppa l’esperienza del dolore, dettato da fattori:
- biologici (es. genetica, processi ormonali, risposta infiammatoria);
- psicologici (es. aspettative, umore, stress);
- sociali (es. ambiente, cultura, relazioni).
Quali sono i tipi di dolore
Nonostante la sua natura mutevole, il dolore non sfugge a classificazioni. In linea generale, se ne possono individuare quattro tipologie:
- il dolore nocicettivo, una sorta di campanello d’allarme che vuole metterci al riparo da lesioni (danno potenziale);
- il dolore infiammatorio, sintomo di un danno tessutale che si è verificato (danno attuale);
- il dolore patologico cronico, presente anche dopo la guarigione del danno tessutale (dolore malattia)
- il dolore patologico neuropatico, dovuto a una lesione del sistema nervoso (dolore malattia).
Le ultime tre forme di dolore vanno trattate opportunamente. Per scoprire come, dato che ogni caso è una storia a sé, è bene rivolgersi a specialisti, come il dott. Diego Vitello di AREA ATTIVA, per giungere anzitutto a una corretta diagnosi.
A chi si rivolge il servizio di terapia del dolore
“Nel centro di Cornedo Vicentino tratterò il dolore benigno legato a patologie muscoloscheletriche, spinali e a neuropatie. Ne sono degli esempi le artrosi, le artriti e le periartriti, le tendinopatie, le lombosciatalgie, le protrusioni, le discopatie e le radicoliti, le cefalee, le nevralgie e la fibromialgia”, afferma lo specialista in terapia del dolore.
Nello specifico, all’ambulatorio possono rivolgersi persone che:
- da anni lamentano dolore persistente o cronico, articolare o rachideo, ma non trovano risposta nelle terapie convenzionali di tipo farmacologico e riabilitativo;
- non possono sottoporsi a interventi di protesica o chirurgia vertebrale per la compresenza di altre patologie o per l’età avanzata;
- hanno eseguito l’intervento, ma continuano ad avvertire dolore;
- hanno tempi d’attesa molto lunghi per l’intervento e necessitano di un miglioramento della qualità di vita.
Quali sono le terapie del dolore?
Più che di terapia, sarebbe corretto parlare di terapie del dolore, tante sono le procedure che possono essere adottate. Ecco le più comuni.
- Tecniche infiltrative: sono iniezioni di cortisonici, ozono (ossigeno-ozonoterapia), acido ialuronico o anestetici che svolgono un’azione antinfiammatoria sulle articolazioni o a livello dei nervi periferici.
- Radiofrequenza pulsata o continua: è una tecnologia ad aghi che sfrutta il calore per interrompere il passaggio dello stimolo doloroso attraverso il nervo.
- Crioterapia o crioneuromodulazione: consiste nell’applicazione di una bolla di ghiaccio attorno al nervo sensitivo per bloccare i recettori della trasmissione degli impulsi dolorosi.Tali procedure sono ecoguidate e sicure. Vanno effettuate da mani esperte per un periodo di tempo limitato che varia da poche settimane a un massimo di due anni.In casi specifici, possono essere integrate con una terapia riabilitativa, psicologica o occupazionale per favorire il recupero bio-psicosociale della persona. È la cosiddetta terapia multidisciplinare che vede al lavoro più specialisti.
I benefici della terapia del dolore per i senior
La popolazione, si sa, sta invecchiando e il dolore cronico rappresenta una condizione con cui milioni di over 65 devono fare i conti.² Garantire loro una qualità di vita degna è una sfida a cui la terapia del dolore cerca di rispondere.
“Con l’avanzare dell’età, troppi farmaci diventano difficili da gestire e questo mette a dura prova la persona psicologicamente – commenta l’algologo –. La terapia del dolore è, in tal senso, un’ottima alleata perché non va a sovraccaricare il paziente di altri farmaci, oltre a quelli che deve eventualmente assumere per altre patologie”.
È importante, però, ascoltare le indicazioni del medico.
“Per quanto si possano notare dei benefici sin dalle primissime sedute, è necessario concludere il ciclo previsto per stabilizzare gli effetti – conclude il dott. Vitello –. Non solo. In taluni casi, per consentire una significativa ripresa della funzione articolare può essere consigliato seguire un programma di rieducazione fisica e riabilitativa più ampio. Quelli proposti da AREA ATTIVA ne sono un efficace esempio”.
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NOTE
¹ Si precisa che il nuovo servizio è dedicato al trattamento del dolore non oncologico.
² Confronta i dati dell’Istituto Superiore di Sanità.